Ansia e Attacchi di Panico

L'ansia è sempre dannosa? E quando si parla di Attacchi di Panico?

Ansia e attacchi di panico, se ne parla molto e spesso in maniera confusa o poco esaustiva. Cercherò nei prossimi due post (uno ho notato che veniva davvero troppo lungo) di chiarire alcune cose ed alcuni meccanismi del panico e dell’ansia, molto semplici ma che, se non affrontati e compresi a dovere, possono creare qualche problema o far sorgere dubbi superflui.

Iniziamo con il dire che l’ansia è uno stato emotivo prevalentemente normale e non necessariamente patologico o problematico, anzi, spesso è assolutamente necessario e funzionale. L’ansia è una risposta del nostro organismo a situazioni di pericolo, si tratta di una attivazione fisiologica durante la quale si attivano riflessi, sensi, muscoli, cuore e respirazione di modo da renderci maggiormente capaci di reagire ad un pericolo o ad una situazione difficile ed impegnativa, si parla di reazione di attacco o fuga assolutamente necessaria alla nostra sopravvivenza.

Si parla, invece, di disturbo d’ansia quando tale attivazione è eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni; questo disturbo può portare la persona a vivere molte difficoltà nella vita di tutti i giorni, a casa, al lavoro e con gli amici.

I disturbi d’ansia più comuni sono gli attacchi di panico, il disturbo da ansia generalizzato, il disturbo ossessivo compulsivo, le fobie specifiche (ad es. la paura dell’aereo), la fobia sociale ed il disturbo da stress post traumatico (che si verifica a seguito di eventi catastrofici o incidenti traumatici).

Russ Harris, psicoterapeuta statunitense contemporaneo, nei suoi libri parla di una funzione della mente che ha lo scopo di salvaguardarci, e per far questo ci propone costantemente pensieri riguardo non solo alle cose che ci stanno intorno, ma anche su eventi futuri e passati, questi pensieri sono però per lo più catastrofici, lui infatti chiama simpaticamente questa funzione “radio sventura”.

La mente, per Harris, ha quindi l’intento di farci tenere “alta la guardia”, per il nostro bene, anche se spesso questi pensieri rischiano di diventare per noi delle trappole nelle quali cadiamo e dalle quali non riusciamo a districarci facilmente; rischiamo così di vivere spesso con ansia anche momenti e situazioni nei quali potremmo invece farne a meno, persi nei rimuginii e nella risoluzione di problemi che in realtà non stiamo ancora effettivamente vivendo… Spero di riuscire ad approfondire questa interessante quanto importante teorizzazione in un prossimo post.

Nel prossimo post parleremo, invece, degli attacchi di panico, ovvero uno stato di ansia e di forte paura, improvvisa e prolungata con sensazioni e sintomi quali: palpitazioni, tachicardia, paura di perdere il controllo o di impazzire, sensazioni di sbandamento, instabilità, tremori o a grandi scosse, sudorazione, sensazione di soffocamento, ed altri. Considereremo ovviamente soprattutto situazioni senza problematiche di carattere medico, quando si ha un problema con gli attacchi di panico è infatti necessario consultare non solo lo psicologo, ma anche il proprio medico, che deve escluderne o trattarne la presenza; alcuni attacchi di panico possono infatti avere origine medica (come ad ad es. per problemi alla tiroide).

Inoltre è giusto ed importante sottolineare come di frequente gli attacchi di panico (ma molti disturbi d’ansia in generale) sono un po’ la “punta dell’iceberg”, nel senso che difficilmente sono una problematica che si presenta “da sola”, spesso infatti sono associati ad altre difficoltà psicologiche, relazionali o di stile e qualità di vita: uno stato dell’umore depresso, un problema di coppia, un lutto, difficoltà lavorative, un sonno molto disturbato e non ristoratore, o un periodo di stress prolungato; l’attacco di panico può in questi casi essere un indicatore, molto forte ed invasivo, del fatto che dovremmo rivedere e rivalutare alcuni aspetti della nostra vita, oltre a capire, ovviamente, come uscire dal circolo vizioso del panico e degli evitamenti che vedremo meglio, però, nel prossimo post (a tra qualche giorno…)

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